Casali, mercato in calo ma non nelle Langhe
Tra le colline e le vigne piemontesi da quando l’area è stata dichiarata patrimonio dell’umanità la domanda è in crescita. gli acquirenti arrivano dal Nord Europa e dall’America.
Stefania Aoi
Sono le Langhe una delle zone d’Italia più care e preferite dai ricchi stranieri in cerca di un casale da acquistare. Il vero boom si è avuto da quando, nel 2014, i suoi paesaggi ricchi di colline, di vigneti e di borghi, sono stati dichiarati patrimonio Unesco. Nel territorio sono arrivati gli investitori soprattutto dal Nord Europa e hanno iniziato ad affacciarsi i primi americani. In modo particolare Barolo, Dogliani, LaMorra e Monforte, sono i centri più gettonati dove i prezzi partono da un minimo di 200mila euro per cascine da ristrutturare, fino a un milione per quelle già ristrutturate.
Chi compra cerca spesso una casa vacanza da sfruttare durante il periodo estivo e soprattutto in quello del tartufo, da settembre a novembre. Così si vendono bene gli immobili dai 150 metri quadri in su, con giardino e la possibilità di realizzare una piscina. Il territorio ha destato l’attenzione anche dei fondi immobiliare che qui comprano soprattutto cantine vitivinicole, in una zona in cui un ettaro di vitigno coltivato a Nebbiolo può costare anche un milione di euro. A poca distanza dalle Langhe, ecco la zona del Roero, che sta vivendo una bella stagione anch’essa con l’affacciarsi dei primi stranieri interessati a prender casa nelle campagne piemontesi. E stesso discorso vale per il Monferrato.
A Costigliole d’Asti, per esempio è in aumento la domanda di inglesi, svizzeri e statunitensi. Ma se in questo momento il Piemonte in Italia brilla di luce propria, non si può dire lo stesso per l’intero mercato dei casali. “Le nostre agenzie ci hanno segnalato che questo è in calo rispetto agli anni scorsi”, spiega Fabiana Megliola, responsabile dell’Ufficio studi del Gruppo Tecnocasa. “In alcune aree - prosegue l’esperta - la diminuzione della domanda è determinata dagli elevati costi di ristrutturazione che spesso sono necessari per poter abitare l’immobile”. È il caso della Franciacorta, nel bresciano. Qui si vendono soprattutto villette, piccoli rustici e porzioni di cascina indipendenti. I prezzi sono bassi ma molte case, a causa del terremoto che ha toccato il territorio nel 2004, sono da ristrutturare seguendo le nuove norme antisismiche che comportano interventi dai costi che superano anche i mille euro al metro quadro.
Nella zona di Gussago e Cellatica si possono spendere dai 300 euro al metro quadro per immobili a volte da radere al suolo, fino ai 3mila euro per le case con finiture di pregio nelle zone più belle e panoramiche. Per un piccolo rustico vicino al bosco e sulle colline alle spalle della Franciacorta, si possono spendere intorno ai 100mila euro. Anche il costo dei vitigni qui è di gran lunga inferiore a quello delle Langhe: un ettaro di Franciacorta può arrivare a 180mila euro.
Cala l’interesse per le case in campagna anche nella zona dell’Oltrepo pavese, dove negli anni scorsi il mercato dei rustici e delle case di campagna era in auge, alimentato da compratori residenti a Milano. A scoraggiare questo tipo di acquisto sono soprattutto i prezzi: un casale ristrutturato tra i 200 e 300 metri quadri, con terreno annesso, costa tra i 2mila e i 3mila mila euro a metro quadro. Altra zona che risente del calo del mercato è, nel sud Italia, la Valle d’Itria. Qui sono i trulli a suscitare l’interesse ma per ora in località come Locorotondo, l’offerta supera la domanda. L’acquirente, spesso italiano, può spendere intorno agli 80-100 mila euro per un complesso di quattro o cinque coni (due camere da letto, soggiorno ed angolo cottura) con circa 500 metri quadri di giardino. In Toscana, americani e inglesi, hanno invece da tempo comprato le proprietà più suggestive e ora gli investitori guardano altrove, ad altri tipi di immobili, magari in città, a Firenze.
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