Efficienza energetica, due terzi degli investimenti finisce nelle case
Nel 2015 il solo giro d’affari delle pompe di calore è aumentato del 50 per cento. Tra abitazioni, impianti industriali e terziario nel Bel Paese spendiamo quasi 6 miliardi di euro per migliorare i consumi.
Stefania Aoi
Oltre la metà dei 5,6 miliardi spesi nel Bel Paese in efficienza energetica è stata utilizzata per migliorare i consumi all’interno delle case degli italiani installando pompe di calore piuttosto che infissi in grado di evitare la dispersione. Ma i margini di miglioramento sono ancora molto ampi se si pensa che lungo gran parte dello Stivale le abitazioni sono vecchie e risalenti a prima degli anni Settanta quando di risparmio energetico non si parlava ancora. Da quattro anni comunque la crescita della spesa in efficienza è in crescita di un 14 per cento all’anno. Si investe un po’ in tutti i settori da quello domestico a quello industriale: nel 2012 gli investimenti erano stati di 3,8 miliardi, poco più dei 3 miliardi spesi oggi solo per l’efficienza nell’edilizia residenziale.
Sono questi i dati confortanti emersi dall’Energy Efficiency Report, un documento redatto dall’Energy&Strategy Group del Politecnico di Milano. È nel residenziale, con 12,2 milioni di edifici, che gli investimenti hanno toccato la punta massima: nel 2015 si è registrato un vero e proprio boom di installazioni di pompe di calore, il cui volume d’affari è aumentato di oltre il 50 per cento, arrivando a toccare 1,1 miliardi di euro. Anche gli interventi sull’illuminazione hanno fatto registrare una crescita significativa (450 milioni) grazie soprattutto al progressivo aumento di maturità della tecnologia Led.Negli uffici, che nel nostro Paese sono circa 1,3 milioni, 650 milioni di investimenti hanno riguardato per il 43 per cento le soluzioni per migliorare l’illuminazione (279 milioni). Circa 105 milioni sono stati poi destinati a interventi su edifici della pubblica amministrazione, il 60 per cento dei quali sono andati alle 43mila scuole sparse sul territorio nazionale. Dopo l’edilizia il secondo comparto in cui si investe in efficienza è quello industriale, a cui vanno un terzo delle risorse. In particolare, a fare i maggiori progressi sono settori come quello metallurgico, quello della meccanica, dell’alimentare, della chimica, della carta, dei prodotti per l’edilizia e del vetro e della ceramica, ma anche il terziario, soprattutto la Grande distribuzione organizzata e gli hotel.
Gli esperti del Politecnico sono poi ottimisti e prevedono che, se il trend resterà questo, nel 2020 gli investimenti arriveranno ai 7,85 miliardi, con un tasso di crescita annua del 5,5 per cento: il totale nel quinquennio 2016-2020 si attesterà quindi a 34,46 miliardi di euro.
“È innegabile che la crisi economica abbia inciso sui consumi, portandoli a un livello già prossimo a quello target per il 2020 - commenta Vittorio Chiesa, responsabile Energy&Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano - e ora le previsioni di crescita del Pil dei prossimi cinque anni non sono tali da fare immaginare un’inversione di tendenza. Ma la vera efficienza non si basa sul mancato consumo: si può fingere che la crisi non ci sia stata e pensare ad un miglioramento in linea a quello previsto dal Pacchetto 20-20-20, ma non è così ed è quindi necessario che gli operatori e gli stakeholder dell’efficienza energetica nel nostro Paese si diano dei nuovi obiettivi, concreti e raggiungibili”.
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