Alberghi ed effetto Expo, in un anno triplicate le compravendite
Secondo il rapporto di Scenari Immobiliari dalle 7 transazioni del 2014 si è arrivati alle 21 del 2015. Gli investimenti immobiliari in hotel ora valgono il 10 per cento di una torta da 7,8 miliardi di euro.
Stefania Aoi
Nel 2015 le grandi catene alberghiere hanno intensificato i loro investimenti in Italia. Le compravendite più significative sono state messe a segno nelle principali città, soprattutto a Milano e Roma. E poi a Firenze, Venezia e Torino. Così, nell’anno dell’Expo, sono aumentate le ristrutturazioni e i cambi di gestione delle strutture di lusso ma anche di quelle intermedie. In modo particolare, sono cresciute le transazioni di hotel a quattro e cinque stelle, in tutto 21, per un totale di 3.700 camere. Un dato triplicato rispetto al 2014, quando erano state appena 7 con 1917 stanze.
“Il comparto alberghiero è il settore che per investimenti immobiliari ha avuto la crescita più forte” spiega Paola Gianasso, vicepresidente dell’istituto di ricerca Scenari immobiliari, che ha pubblicato di recente un rapporto sul mattone in Italia. “Il merito – prosegue Gianasso – è dell’aumento del turismo mondiale, e del nostro paese che ha saputo intercettare i visitatori stranieri, collocandosi al quinto posto per arrivi e al settimo per introiti”. Le presenze turistiche in un anno sono cresciute del 3,6 per cento e di conseguenza vi è stato un aumento del fatturato degli hotel (+10,5 per cento), arrivato a valere 2,1 miliardi di euro, con prospettive di incremento nel 2016.
I capitali impiegati in strutture alberghiere hanno però rappresentato solo il 10 per cento del totale degli investimenti corporate nel settore immobiliare, pari a 7,8 miliardi di euro. Una cifra, quest’ultima, cresciuta del 44 durante per cento rispetto al 2014 e dell’8,3 per cento rispetto al 2007. Goccia nel mare degli investimenti europei, dove quelli italiani rappresentano appena il 3 per cento del totale e sono per il 75 per cento realizzati da stranieri, soprattutto equity funds americani, tedeschi e mediorientali.
Gli investimenti maggiori, nel 2015, non sono stati però in hotel, ma in uffici. È qui che sono andati a finire 3 miliardi di euro, ovvero il 38 per cento del totale capitali finiti nel settore immobiliare corporate. Un valore raddoppiato rispetto al 2014. In seconda battuta, i capitali sono andati in negozi e strutture commerciali, che hanno assorbito il 14 per cento del totale degli investimenti. Infine un 5 per cento sono stati impiegati in strutture per la logistica. Nel 2016 questo trend sembra destinato a proseguire. Secondo gli osservatori del mercato è anzi previsto un ulteriore aumento degli investimenti, che grazie anche all’ingresso sul mercato di nuovi portafogli toccheranno i 10 miliardi di euro. L’Italia resta attrattiva, oltre che per via della stabilità politica rispetto ad altri Paesi dell’area mediterranea, anche per i rendimenti più elevati rispetto ad altre nazioni.
Leggi anche
La Bce anticipa i tempi e taglia i tassi
Draghi: "Inflazione bassa a lungo"
continua a leggereAste immobiliari in corso
-
Appartamento, TRANI#1030346437BASE D'ASTA
40.600 € -
Appartamento, TRIESTE#1030342233BASE D'ASTA
201.200 €